"Ci sono sempre due scelte nella vita, accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiare"
-Denis Waitley-
Immaginiamo di trovarci su una strada sconosciuta insieme a cinque nostri amici.
Ci dirigiamo verso Cambiamento, un tipo che, nello stesso tempo, ci spaventa e ci incuriosisce.
La strada è fatta di angoli bui, di scorci celesti, di salite e discese.
La compagnia è variegata, c’è chi è terrorizzato da ciò che incontra di nuovo e vuole tornare indietro, chi è iper-vigile e ansioso, chi nega le difficoltà dovute alla salita più ripida, chi urla difronte alla salita meno ripida e chi dirige il gruppo. Dall’intervento della nostra guida dipenderà la qualità del viaggio e l’incontro con Cambiamento.
Quando si affronta un contesto nuovo, in cui vige il caos dentro di noi e non ci sentiamo in grado di controllarlo e gestirlo (con la possibilità di perderci), per prima cosa dobbiamo dare un nome, riconoscere e accettare i componenti della nostra squadra.
E allora Paura, Stress, Negazione, Rabbia e Resilienza in varia misura sono i personaggi presenti in ogni storia che porta a un Cambiamento della narrazione. Emozioni, meccanismi di difesa e risorse ci accompagnano durante e dopo periodi di transizione, di difficoltà, di cambiamento.
Durante questi periodi possiamo sentirci incapaci di dare voce alle nostre emozioni che si possono manifestare attraverso alcuni comportamenti, come l’aggressività verso gli altri o la fuga dalle situazioni che temiamo. Altre volte chiamiamo queste emozioni con il proprio nome e permettiamo loro di camminare al nostro fianco.
La comunicazione e la consapevolezza (e non la negazione!) di ciò che proviamo è un primo passo per non guardarsi indietro a ricercare un passato che, seppure a volte poco piacevole, ci dà un senso di stabilità.
Dare un Significato e Regolare le nostre emozioni, è un secondo passo. Perché sono triste? Che significato do a questa mia emozione? Come reagiscono ad essa? Ognuno di noi ha un modo personale di reagire a quello che sente. Talvolta tendiamo a mantenere o intensificare le emozioni, altre volte le minimizziamo o le reprimiamo. Non tutte le strategie di regolazione ci sono sempre utili. Come detto precedentemente, reprimere i nostri sentimenti potrebbe farci sentire meglio per un po’ di tempo, ma a lungo andare questa strategia porterebbe il nostro disagio a manifestarsi in un altro modo.
Un terso passo fondamentale è farci guidare dalla Resilienza, intesa non solo come la capacità di affrontare le difficoltà, ma anche come la capacità di “adattarsi flessibilmente ai cambiamenti dell’ambiente”. Il processo di Resilienza è un processo personale, con un tempo variabile e a volte difficile da intraprendere ma che ci permette di cambiare la nostra percezione delle cose e di incrementare i fattori protettivi lungo il nostro cammino.
Ricordiamoci che abbiamo un bagaglio esperenziale, cui possiamo attingere: come mi sono comportata/o di fronte ad un cambiamento? Di fronte ad un evento spiacevole? Ad una rottura? Ad una perdita? Non è sempre facile trovare risposta a queste domande, potremmo non trovare le parole o avere un pensiero polarizzato solo sui nostri fallimenti ed avere difficoltà a far emergere le nostre risorse. Potremmo pensare che non ci sia via di uscita e che la nostra storia è stata già scritta.
Ma il bagaglio non è mai vuoto. Se non riusciamo a trovare o a ricordare le nostre risorse possiamo chiedere a chi ci conosce da tempo o, quando domina il caos e il disagio, richiedere un aiuto psicologico.
Per adesso lasciate spazio all’immaginazione, pensate alle molteplici strade che potete percorrere e familiarizzate con i vostri compagni di viaggio.
Anche il viaggio più difficile lascerà qualcosa nel nostro bagaglio da poter utilizzare nei momenti di difficoltà.