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chiaraperrone.it


Psicologa-Psicoterapeuta Sistemico Relazionale, iscritta all'albo dell’Ordine degli psicologi di Puglia con il n° 4506.


Attacchi di panico

Siamo seduti davanti la tv e improvvisamente iniziamo a sentire un tamburo nel petto, la sensazione di soffocare, i brividi per tutto il corpo. Ci sentiamo assaliti dalla paura, dalla paura di impazzire, di morire. Succede tutto nel giro di alcuni minuti ma la percezione è diversa, sembra non finire mai.

Cosa sta accadendo?

Attacchi di panico: cosa sono e come si manifestano?

Gli attacchi di panico sono periodi di paura o disagio intensi in assenza di vero pericolo.

Durante un episodio, come quello appena riportato, si manifestano sia sintomi psichici sia sintomi somatici. Tra i sintomi psichici possono presentarsi:

  • paura di perdere il controllo
  • paura di impazzire
  • derealizzazione, sensazione che ciò che percepiamo non sia reale
  • depersonalizzazione, sensazione di osservare dall’esterno cosa accade al proprio corpo
  • paura o convinzione di stare sul punto di morire

Tra i sintomi somatici possono presentarsi:

  • tachicardia o palpitazioni
  • capogiri
  • parestesie
  • sensazione di soffocamento
  • aumento della sudorazione oppure brividi
  • nausea

Generalmente un attacco raggiunge rapidamente l’apice ed è di breve durata, 10-20 minuti.

Gli episodi di panico sono comuni a tutte le forme di disturbo d’ansia.

L’episodio di panico può essere inaspettato e non provocato, oppure manifestarsi durante l’esposizione ad uno stimolo temuto o ad una situazione temuta come succede nel caso di vari disturbi di ansia e di altri disturbi mentali.

Dopo un episodio di panico ci si sente stanchi, confusi e impotenti. È presente un’ansia residua, accompagnata in seguito da ansia anticipatoria, dall’urgenza di capire cosa ci succede e come possiamo evitarlo. Spesso il primo luogo dove si cerca aiuto è il pronto soccorso, per controlli e accertamenti.

Cosa ci succede?

La paura è un’emozione che ci aiuta ad affrontare le minacce reali. Di fronte a un pericolo reale, l’attivazione corporea conseguente alla paura è necessaria per innescare le risposte di attacco o fuga che garantiscono la sopravvivenza e rappresentano le naturali azioni di sfogo dell’attivazione fisiologica.

Nel caso di un attacco di panico vien invece innescato un falso allarme.

L’attenzione è rivolta principalmente verso l’attivazione fisica e mentale ed eventi interni ed esterni vengono valutati erroneamente come minacce interne alla propria salute fisica e mentale, sfociando nell’attacco di panico. Vi è quindi un errore di significazione.

Non è difficile intuire che dopo aver avuto questa esperienza si abbia il timore che si ripresenti un nuovo episodio, ci si senta confusi e pieni di domande e si mettono in atto dei comportamenti che in realtà possono alimentare, mantenere e ostacolare la risoluzione del nostro problema.

Fattori di mantenimento degli attacchi di panico

Quando si prova una sensazione così negativa e pervasiva come il panico, l’istinto è quello di cercare immediatamente delle soluzioni al problema. Vediamone alcune:

Monitoraggio delle sensazioni

Aumenta l’attenzione verso le proprie sensazioni interne con una particolare attenzione alle situazioni temute, allo scopo di verificare la presenza di segnali che potrebbero scatenare l’attacco di panico.

Dialogo interno ansioso/negativo (cosa succede se)

Aumenta il rimuginio, pensieri negativi che prefiguravano eventi futuri avversi, che hanno lo scopo di controllare e prevenire le situazioni temute. Cosa succederebbe se avessi un attacco di panico mentre guido? A lavoro?

Comportamenti protettivi

Assumiamo comportamenti protettivi che ci fanno sentire più al sicuro, come uscire sempre in compagnia o portare sempre con sé psicofarmaci.

Comportamenti di Evitamento

Evitiamo tutte le situazioni che riteniamo favorire il panico o nelle quali sarebbe difficile gestire un attacco, come guidare la macchina o restare soli a casa.

Questi comportamenti di sicurezza, diminuiscono sempre di più le situazioni in cui ci si sente al sicuro, impediscono di confrontarsi direttamente con la disconferma delle credenze catastrofiche ed irrazionali e facilitano l’attivazione del circolo vizioso del panico.

Modello del circolo vizioso del panico

La diagnosi di Disturbo di Panico

Se gli attacchi di panico sono:

  • Ricorrenti e inaspettati
  • NON sono causati dagli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per esempio, da abuso di una droga) o di una condizione medica generale (ad esempio, ipertiroidismo)
  • Sono accompagnati da un mese (o più) di preoccupazione persistente di avere altri attacchi e/o di preoccupazione relativa alle implicazioni o alle conseguenze dell’attacco (ad esempio, perdere il controllo, avere un infarto cardiaco, impazzire), e seguiti da una significativa alterazione del comportamento correlata agli attacchi di panico

secondo il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali DSM-5 è possibile fare diagnosi si Disturbo di Panico.

Inoltre può essere presente Agorafobia ovvero la paura relativa al trovarsi in luoghi o situazioni dai quali può essere difficile (o imbarazzante) allontanarsi, o nei quali può non essere disponibile aiuto in caso di un improvviso attacco di panico.

Quali possono essere le cause?

Come in molte condizioni di salute mentale, la causa esatta del disturbo di panico non è stata completamente compresa. Si tratta di un fenomeno multicausale, dove sono coinvolte più variabili.

Il modello di vulnerabilità allo stress, considera l’interazione tra una predisposizione biologica e psicologica e le condizioni ambientali stressanti che l’individuo affronta, come elementi di vulnerabilità.

Una persona con familiarità per il disturbo, cresciuta in un contesto iperprotettivo e apprensivo, con un attaccamento insicuro, con difficoltà a riconoscere ed esprimere le proprie emozioni, è naturalmente più predisposto a reagire ad eventi di vita stressanti normativi (matrimonio, laurea, trasloco) o paranormativi (morte di un familiare, incidente, malattia) con un attaccato di panico rispetto ad una persona che non presenta queste caratteristiche.

Come posso aiutarmi durante l'episodio?

È importante sapere che ci sono alcune cose che puoi fare per aiutarti, quando arrivano le prime avvisaglie di paura:

  • L’emozione va attraversata e mai evitata. Non provare a controllarla, a scacciarla ma piuttosto lasciala andare. Accettala. Cercare di controllare l’attacco di panico contribuisce solo ad aumentarlo.
  • Rendi volontario ciò che è automatico. L’iperventilazione provoca molte sensazioni che si verificano durante un attacco di panico. La respirazione profonda, d’altra parte, può alleviare i sintomi del panico. Imparando a controllare il respiro, puoi calmarti quando inizi a sentirti ansioso.
  • Inizia a pensare che l’attacco passerà, che non sei in pericolo di vita. Come è arrivato così andrà via.
  • Può aiutarti scrivere cosa sta succedendo (anche subito dopo l’episodio). Possiamo tenere un registro dove sono indicati quattro voci (quando, dove, cosa sto facendo/pensando, con chi sono) e usarlo ai primi segnali di pericolo, prima che sopraggiunga il panico nella fase più acuta. Questo registro potrà fornirti delle informazioni preziose, aiutandoti ad esempio a riconoscere i tempi specifici in cui sei attivato e ad identificare i pensieri relativi all’emozione, il proprio dialogo interno.

E se è un'altra persona ad avere l'attacco di panico?

Non importa quanto irrazionale pensi che sia la risposta di chi è in preda al panico, è importante ricordare che il pericolo sembra molto reale per quella persona. Dirle di calmarsi o minimizzare la loro paura non aiuterà. Ma puoi aiutarla, avendo queste piccole accortezze:

  • Stai calmo. Essere calmo, comprensivo e non giudicante aiuterà a diminuire più rapidamente la paura
  • Fai concentrare la persona sul respiro. Trova un posto tranquillo dove farla sedere e guidala a fare respiri lenti e profondi per alcuni minuti.
  • Sposta la sua attenzione. Chiedile cosa ha mangiato o di nominare i nomi di cinque amici. Oppure parlale tranquillamente di un interesse condiviso.
  • Incoraggia la persona a cercare aiuto. Una volta terminato l’attacco di panico, la persona potrebbe sentirsi in imbarazzo. Rassicurala e incoraggiala a cercare aiuto.

Cosa fare dopo?

  • Informati. Sapere di più sul panico può fare molto per alleviare il tuo disagio. Imparerai che le sensazioni e i sentimenti che provi quando sei nel panico sono normali, che non stai per impazzire e che molte persone hanno provato le tue stesse sensazioni.
  • Cambia stile di vita. Evita il fumo, l’alcool e la caffeina. Tutti questi possono provocare attacchi di panico nelle persone vulnerabili. Inoltre, fai attenzione ai farmaci che contengono stimolanti.
  • Scopri come controllare la respirazione e impara tecniche di rilassamento.
  • Connettiti con la famiglia e gli amici. I sintomi dell’ansia possono peggiorare quando ti senti isolato, quindi contatta le persone a cui tieni regolarmente.
  • CHIAMA UN TERAPEUTA. Chiedere un aiuto ad uno specialista è un passo spesso difficile da compiere, ma utile a comprendere noi stessi e il modo di percepire/reagire al mondo, e a spezzare quei circoli viziosi che contribuiscono a mantenere il nostro disagio.